Cosa sono questi diavolo di NFT di cui tutti parlano? Sono davvero una rivoluzione nel mondo dell’arte? E noi italiani possiamo sfruttarli? Capiamolo insieme.
Notizie sugli NFT
Iniziamo con alcune info interessanti, senti queste:
- Jack Dorsey, il fondatore e CEO di Twitter, ha recentemente venduto il suo primo tweet come NFT per 2,9 milioni di dollari.
- Elon Musk, grande fan delle criptovalute, ha appena prodotto un brano di musica elettronica come NFT (intitolato proprio così) che metterà presto in vendita.
- Secondo il portale Crypto.art, a novembre 2020 le vendite di opere d’arte basate sugli NFT hanno raggiunto quota 1,5 milioni di dollari, a gennaio 2021 hanno superato i 10 milioni, ma il vero rialzo ha interessato il mese di marzo, quando sono schizzati a 120 milioni di dollari.
- Lo scorso 11 marzo, un’opera di Mike Winkelmann, artista digitale noto con il nome d’arte di Beeple, è stata battuta all’asta per 69 milioni di dollari da Christie’s, rendendolo il terzo artista vivente più quotato dopo Jeff Koons e David Hockney.
- Il leader dei Bluvertigo, Morgan, ha messo all’asta il file della canzone “Premessa della premessa” partendo da una base di 0,5 ethereum. Lo stesso giorno Jolie ha fatto un rilancio a 0,7, poi tre giorni dopo è arrivato quello decisivo che ha alzato l’asticella a 10 Eth, pari a circa 21mila dollari.
Ma quindi il mondo sta impazzendo? Seguimi, scopriamo se è vero oppure no.
TOKEN NON FUNGIBILI
Partiamo dalle basi: NFT = Non Fungible Token, ossia Token Non Fungibile.
L’acronimo NFT rappresenta un insieme di informazioni digitali contenute in una blockchain che garantiscono diritti e attributi a un soggetto specifico.
Un token è associato crittograficamente a un file multimediale, che quando viene acquistato diventa un attestato di proprietà e autenticità registrato in una blockchain (l’internet delle criptovalute).
Essenzialmente, un NFT sarebbe una versione digitale di un oggetto da collezione in edizione limitata.
Facciamo un esempio: il Bitcoin è un FT (fungible token) cioè può essere usato per acquistare altri token, come ad esempio altri tipi di cryptomonete. Gli NFT invece possono essere acquistati con FT o denaro ma non possono essere usati a loro volta per acquistare altri NFT o FT. Puoi solo averli, collezionarli e/o rivenderli.
Con NFT si fa riferimento al “gettone” digitale (token) conservato su blockchain che corrisponde al media venduto e che ne certifica la proprietà e l’autenticità.
Tutto chiaro? Forse.
ALTRE CARATTERISTICHE DEGLI NFT
Sono indivisibili, cioè non possono essere divisi in denominazioni più piccole e quindi esistono solo come oggetti interi.
Sono inoltre indistruttibili: le informazioni sui token non fungibili, essendo memorizzate su una blockchain utilizzando smart-contracts, non possono essere distrutte o rimosse.
E sono verificabili: le opere d’arte digitali, per esempio, possono essere ricondotte al loro creatore e quindi autenticate senza alcun bisogno di verifica da parte di terzi.
Ok, gli NFT sono fighi. Ma come posso io crearne uno e magari venderlo?
Prima di tutto devi sapere che si può creare un NFT e metterlo in mostra o venderlo solo su determinati siti web dedicati. Ad esempio in Italia sta per essere lanciato Tokenable.io, un portale totalmente italiano che mira a “proteggere” e valorizzare tutti i tipi di arte, innanzitutto quella italica (ma di questo ne parleremo più avanti). Ci sono però molti siti internazionali come ad esempio Opensea, Rarible, ecc.
Con gli NFT, puoi registrare qualsiasi tipo di media – musica, video, testo, arte, foto, anche GIF e meme. I potenziali acquirenti lo vedono e possono acquistarlo sia direttamente che attraverso un’asta. Una volta acquistato un NFT, il media può continuare a circolare liberamente nella rete, ma i suoi diritti diventano di proprietà dell’acquirente.
Il token acquistato è, quindi, un certificato del media o dell’opera digitale, non l’opera stessa.
Pertanto, gli NFT attribuiscono ad una creazione digitale tutti i diritti che avrebbe un’opera d’arte fisica, come rarità, autenticità e proprietà.
Quando l’acquirente acquista un NFT, riceve un file che contiene una serie di informazioni: data e ora della creazione, le dimensioni, la tiratura e il track record di eventuali vendite, comprensive di prezzo e dei possessori precedenti.
So già cosa stai pensando: “ma se io acquisto un’opera digitale (NFT) o digitalizzata (tokenizzata e quindi trasformata in NFT) e questa può comunque continuare a girare online senza il mio consenso, che la compro a fare?”
Ti capisco, la prima reazione di chiunque si avvicini per la prima volta al curioso mondo degli NFT è quella di chiedersi quale sia lo scopo di acquistare – e di conseguenza rivendicare – la proprietà di un file, dal momento in cui esso può comunque essere copiato e “consumato” da tutti.
Risposta: puoi copiare o fotografare e postare su Facebook la Gioconda, ma questo non farà di te il Louvre (proprietario) tantomeno Da Vinci (il creatore). Le immagini della Monna Lisa sono ovunque sul web, e nessuno ti dirà mai nulla se le pubblichi sui social o le usi come creatività per uno spot. Tuttavia le persone pagheranno sempre per vedere l’originale. Chi non comprende questo semplice ragionamento, non comprende l’arte.
ANCHE GLI NFT HANNO UN PROBLEMA
Le opere fisiche possono essere rubate. E quelle digitali?
Pure, dipende dal sistema di (consentitemi il termine) “stoccaggio” dei dati. Dove sono immagazzinati.
Gli hacker hanno recentemente violato gli account di alcuni utenti sul mercato digitale Nifty Gateway, rubando opere d’arte del valore di migliaia di dollari, che sono state successivamente rivendute su Discord o Twitter come NFT, questo secondo MalwareBytes.
Ma attenzione, non è stata la blockchain ad essere stata violata. Gli hacker hanno violato il sito, il quale usa una tecnologia chiamata FTP.
FTP = File Transfer Protocol (FTP).
Il protocollo FTP fa riferimento a un gruppo di regole che governano il modo in cui i computer trasferiscono i file tra i sistemi su Internet. Le aziende utilizzano FTP per inviare file tra computer e i siti Web utilizzano FTP per caricare e scaricare file dai propri server.
Quindi gli hacker hanno violato i server di Nifty Gateway.
Esiste un modo per evitarlo? A quanto pare gli esperti dicono di sì, ce ne sono diversi. Uno di questi si chiama IPFS.
IPFS = InterPlanetary File System, è un protocollo e una rete peer-to-peer per l’archiviazione e la condivisione di dati in un file system distribuito in modo appunto, interplanetario. IPFS utilizza l’indirizzamento del contenuto per identificare in modo univoco ogni file in uno spazio dei nomi globale che collega tutti i dispositivi informatici.
Paroloni, certo, ma in pratica?
Con FTP puoi accedere, manipolare e se sei un hacker, rubare un dato.
Con IPFS puoi solo accedere. La proprietà e provenienza dei dati è intoccabile e immutabile.
CONSIDERAZIONI FINALI SUGLI NFT
Per concludere, questi NFT sono o non sono una buona cosa?
Un’opera digitale in NFT, è firmata digitalmente dall’artista ed è dunque unica e rara rispetto alle copie che circolano in rete.
Molti artisti digitali vedono il mondo degli NFT come un’opportunità gratificante moderna e tangibile, riconoscendo il loro lavoro per i suoi meriti che altrimenti andrebbero persi nell’etere a causa dell’estrema facilità con cui un contenuto può essere replicato e diffuso.
Consiglio finale, tenete d’occhio la startup italiana Tokenable, a quanto pare ha tutte le caratteristiche per competere con le performance dei “big” americani.